Perché riciclare l’olio di cottura
L’olio di cottura, esausto, usato per le fritture e per cucinare, inquina e non dovrebbe mai essere gettato nel lavandino, quando si fanno i piatti. Va ad inquinare i mari e le nostre acque. Inoltre, essendo grasso e spesso avendo in sé molti residui di cottura, l’olio tende ad attaccarsi alle pareti degli scarichi, intasandoli.
Invece, riciclare e smaltire correttamente l’olio, negli appositi bidoni di smaltimento aiuta l’ambiente e anche noi, poiché questi oli vengono usati in tanti modi diversi ed essere utili alla società, invece di inquinare. Può inquinare falde acquifere, pozzi ed altre fonti di acqua, contaminandolo. Quando l’olio raggiunge le fogne, poi, rende l’acqua non potabile. Va a creare anche un film sopra l’acqua, non essendo idrosolubile, che impedisce ai raggi solari di penetrare e all’ossigeno di girare. Tutto questo rende l’habitat invivibile. Secondo alcuni studi, bastano 4 kg di olio per inquinare una superficie grande quanto un campo di calcio. Va smaltito correttamente essendo un rifiuto speciale.
Come smaltire l’olio di cottura
In tante città è comuni italiani, sono sempre più presenti i bidoni di smaltimento degli oli, in modo da poterli gettare lì dentro. oppure vanno raccolti in taniche e consegnati a in appositi contenitori e consegnarli ad aziende raccoglitrici autorizzate, iscritte al CONOE (Consorzio Obbligatorio Nazionale di raccolta e trattamento oli e grassi vegetali ed animali esausti). Sono dei bidoni gialli, dove è possibile gettare solamente oli di cottura, da uso casalingo o professionale, proveniente dalla ristorazione. Si può consultare il sito del proprio comune per localizzare i bidoni di raccolta degli oli, che devono essere precedentemente filtrati e poi versati in queste cisterne.
Anche io, da anni, conservo in bottiglie di olio vuote, gli oli della cottura e, poi, li smaltisco correttamente. Inizialmente, mettevo nella bottiglia anche il grasso del maiale, ma questo si addensa e non è facile farlo uscire dalla bottiglia, quando vado a gettarlo. L’olio esausto, poi, può essere utilizzato in vari modi: dalla fabbricazione di biodiesel, lubrificanti, saponi e detersivi. Il biodiesel, infatti è biodegradabile e non tossico.
Come vengono riutilizzati gli oli di cottura
I nostri oli di cottura si trasformano in detersivi ecologici per pulire le nostre case: detergenti per piatti o altro, per poter fare le pulizie in maniera ecologica e naturale. Io da diversi anni utilizzo esclusivamente detersivi e prodotti vegetali, senza profumo e nichel tested. Le mie allergie e patologie varie mi hanno permesso di scoprire questo nuovo mondo di prodotti naturali, che non inquinano e non mi intossicano. Sono tanti gli utilizzi sia casalinghi che industriali che l’olio di frittura riciclato può fare.
Usi in casa dell’olio di cottura
In casa, può essere utilizzato che lubrificare strumenti e attrezzature da fai-da-te oppure come combustibile di emergenza per lampade ad olio. Si può utilizzare per eliminare residui di ceretta dalla pelle oppure per creare saponi in casa. Preparare saponi in casa è una delle ultime mode e si può utilizzare l’olio esausto di cottura, invece di dover comprare oli di base per preparare saponi. Quando ero piccola e facevo gli scout, ci facevano preparare il sapone con il grasso di maiale, ma, negli anni, si è passati all’utilizzo di grassi vegetali anziché animali, anche per una maggior numero di clienti vegani o animalisti.
Fai la tua parte anche tu ed inizia a raccogliere e a smaltire correttamente gli oli di cottura e frittura, per aiutare l’ambiente che ci nutre e ci vivere bene, quando lui sta bene. Per un futuro sostenibile per noi e per le generazioni future, aiutiamo la nostra amata Terra, riciclando gli oli di cottura. Può subire tante trasformazioni e ritornare ad essere utile, nelle nostre case, in forme diverse e nuove, che spesso neanche ti aspetti.
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